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Tempo determinato: in Italia non piace, sopravvive il mito del posto fisso

A fronte della forte crescita del lavoro temporaneo che si registra ovunque è stata realizzata  una ricerca che ha coinvolto 17 paesi nel mondo, compresi quelli che rappresentano i principali mercati del lavoro temporaneo, come Usa, Regno Unito, Francia, ed altri di più breve inserimento ma in forte crescita, come Italia e paesi dell’Europa Meridionale.

Se nei paesi con una più lunga tradizione di utilizzo di lavoro temporaneo, c’è una percezione più chiara delle opportunità e dei vantaggi offerti da questa tipologia di lavoro, nei paesi di più recente inserimento, come l’Italia, la percezione risente di questo ritardo, infatti solo il 36,7% dei lavoratori lo valuta positivamente.

 

In Italia il lavoro temporaneo piace ancora poco, e non solo per il resistente “mito” del posto fisso bensì per una scarsa informazione “tecnica” sul contratto e le sue garanzie e per un uso ancora poco evoluto del lavoro temporaneo da parte di alcune aziende” afferma Francesca Contardi, AD di Page Personnel Italia che ha svolto la ricerca.

 

Ma quali reali opportunità offre il lavoro temporaneo?

Dallo studio emerge che al 19,8 % degli italiani (1 su 5) è stato offerto un contratto a tempo indeterminato dal datore di lavoro al termine dell’incarico temporaneo, un risultato solo leggermente inferiore alla media globale (23,1%).
Inoltre, il 93,1 % degli italiani dichiara di essersi sentito integrato all’interno dell’azienda nella maggior parte degli incarichi temporanei assolti, un dato persino superiore alla media globale che si assesta a 83,6%.

 

lavoro tempo determinato

Secondo lo studio inoltre, le aziende le considerano un partner fondamentale e gli attribuiscono alcune funzioni positive condivise da tutti i paesi oggetto di studio, in particolare, la capacità: di aiutare l’azienda nella gestione del rischio a breve termine (74,8%); di aiutare chi è in cerca di lavoro a integrarsi e a rimanere in contatto col mondo del lavoro (73,2%); di sostenere i neolaureati nell’inserimento nel mondo professionale (55%). Ed ancora, le agenzie sono il punto di contatto preferito dalle aziende nella ricerca di personale temporaneo (55%) e nella ricerca di candidati esperti (52,7%).

Una cultura, quindi, che sta maturando, ma che non può non scontrarsi in Italia con alcune condizioni dei lavoratori, come la difficoltà di accesso al credito e ai mutui. Non a caso, nel citare le maggiori sfide affrontate durante gli incarichi temporanei, il 31,6% dei lavoratori italiani ha fatto riferimento alla difficoltà di ottenere mutui, un dato significativamente superiore alla media globale (solo 11,1%)

 

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